I Diamanti
I diamanti sono belli, rari, ma anche enigmatici. Le reazioni che, all’interno della Terra, hanno portato alla loro formazione si conoscono a grandi linee, ma molti aspetti restano ancora un mistero.
Il diamante è il minerale di origine naturale più duro che si conosca, ma non solo: possiede la più straordinaria capacità di riflettere, rifrangere e diffondere la luce. Si formano all’interno della Terra a una profondità non inferiore ai 150 km, dove le pressioni e le temperature sono tali da comprimere il carbonio a tal punto da formare i diamanti. Questi vengono in seguito portati in superficie da particolari esplosioni vulcaniche, ma durante il loro viaggio verso l’alto, le rocce che contengono i diamanti solitamente si sbriciolano.
Caratteristiche
Si pensa che i diamanti siano stati inizialmente riconosciuti ed estratti in India, dove furono trovati in depositi alluvionali oltre 6000 anni fa, ma i geologi ritengono che la formazione della maggior parte dei diamanti ritrovati fino ad oggi nella superficie della terra, si siano formati tra 1 e 1,6 miliardi di ani fa.
La popolarità dei diamanti è aumentata a partire dal XIX secolo, grazie alla maggiore offerta, ma in particolar modo al miglioramento delle tecniche di taglio e lucidatura.
Giacimenti e Miniere
Il maggior produttore di diamanti è senza dubbio l’Africa, avendo prodotto circa la metà dei diamanti in circolazione sulla Terra. Si stima che il valore prodotto in diamanti, solamente dall’Africa, sia di circa 158 miliardi di dollari. Il mercato è però oggi cambiato sensibilmente, e la Russia sta insidiando all’Africa il primato, grazie soprattutto alla recente scoperta, in Siberia, del maggior giacimento al mondo di diamanti.
I giacimenti di diamanti si presentano sempre molto piccoli ed assolutamente verticali, contengono una particolare roccia chiamata “kimberlite”, dove la concentrazione di diamanti può raggiungere una concentrazione di 5 carati per tonnellata.
Come scegliere la qualità
Dato il valore molto elevato si è dunque rivelato essenziale disporre di un sistema di misurazione per comparare le molteplici, diverse qualità. A questo scopo, tra gli anni 1940 e 1950, il G.I.A. (Gemological Institute of America) ha sviluppato l’International Diamond Grading System™ e le 4 C., ad oggi adottato in tutto il mondo come sistema di classificazione internazionale.
Le 4C
Colore: le gemme del tutto incolori e trasparenti sono le più pure e preziose, e vengono definite “Colorless”, seguono le quasi incolori o “Near Colorless” e le colorate o “Slighty Tinted”. I diamanti possono assumere quasi tutte le colorazioni, che sono dovute ad impurezze o difetti strutturali: il giallo ambrato e il marrone sono le più comuni, il rosso, il rosa e il blu sono le più rare. È da rilevare che i diamanti incolori non appaiono tali alla vista, in quanto le sfaccettature riflettono i colori dell’ambiente circostante; come per altre gemme incolori, muovendole i colori cambiano rapidamente (questo effetto, molto intenso nei diamanti, è detto “brio” o “fuoco”).
Prima che il G.I.A. elaborasse la scala di gradazione D-Z, c’erano diversi sistemi di valutazione. Tra gli altri le lettere dell’alfabeto (A, B, C) con i multipli della A per le pietre migliori, il sistema con numeri arabi (0, 1, 2, 3) o romani (I, II, III), e anche descrizioni verbali come “river”, “top wesselton”, “gemme blu”, etc.
Dato che gli ideatori della scala di gradazione colore G.I.A volevano creare qualcosa di completamente nuovo, decisero di iniziare la loro classificazione con la lettera “D”, perché non era mai stata usata in precedenza per definire i diamanti della massima qualità.
Purezza: I diamanti naturali sono il risultato dell’esposizione di carbonio ad elevatissime temperature e pressioni, raggiungibili solamente nelle grandi profondità della terra. Questo processo genera nei diamanti una grande varietà di elementi caratteristici, chiamate “inclusioni”, quando interne alla pietra, o “macchie”, quando presenti sulla superficie esterna.
Non esistono diamanti perfettamente puri, ma più si avvicinano alla perfezione e più elevato sarà il loro valore.
Sono invece considerati difetti le fessure naturali (o “ghiacciature”), le tracce di incipiente sfaldatura e le “linee di accrescimento” della gemma originaria. Se un gemmologo trovasse una di queste ultime inclusioni potrà definire la pietra come IF (Internally Flawless) invece che F (Flawless).
Taglio:Il taglio dei diamanti grezzi per trasformarli in gemme da gioielleria è un’operazione molto delicata e difficile. Eventuali errori porterebbero alla perdita di notevoli somme di denaro. La forma più comune di taglio del diamante è quella rotonda, denominata a brillante. Con questo termine si identifica un taglio rotondo con minimo 57 faccette, a cui si aggiunge una tavola inferiore (non sempre esistente).
Prima del taglio, il gemmologo deve tenere conto della forma di taglio, le proporzioni del taglio, la simmetria ed i difetti di lucidatura. I brillanti inferiori ad un carato sono suddivisi in tre categorie: “very good” (brillantezza eccezionale o con irrilevanti difetti); “good” (brillantezza leggermente inferiore con alcuni elementi più visibili); “poor” (scadente, con difetti più grandi e/o numerosi).
La grande diffusione di questo taglio ha portato ad un equivoco: il pubblico tende ad identificare i termini brillante ediamante come fossero la stessa cosa. In realtà, il termine brillante, se usato da solo, identifica unicamente una pietra preziosa a taglio rotondo. Esistono moltissime altre pietre preziose che possono essere tagliate a brillante, quali ad esempio i rubini, gli zaffiri e i topazi.
Peso: Un carato equivale esattamente a 0,2 grammi, ed è l’unità standard di misura del peso dei diamanti e di altre pietre preziose, e prende il nome dal seme di carruba che in passato veniva usato come elemento di comparazione. Il carato può essere suddiviso in grani che equivalgono a 1/20 di grammo, ed in punti che equivalgono ad 1/100 di carato.
A parità delle altre specifiche, il valore di un diamante aumenta all’aumentare del peso in carati, in quanto diamanti più grandi sono molto più difficili da trovare in natura. Proprio per questa ragione 1 diamante di un certo peso ha un valore considerevolmente maggiore di 2 che, insieme, abbiano lo stesso peso in carati.
Inoltre, due diamanti dello stesso peso possono avere valori molto differenti sulla base degli altri 3 fattori delle 4C: Purezza, Colore, e Taglio.
E’ infine importante ricordare che il valore di un diamante è determinato utilizzando tutte le 4C, non solamente il peso in carati.
- Grezzo di diamante e diamanti taglio brillante